21 settembre 2006

Clive Granger, economista per caso


Esce un libro di Clive Granger “Economia di pace, economia di guerra (Di Renzo Editore).

È davvero un bel personaggio Clive Granger, nuovo protagonista dei Dialoghi Di Renzo Editore, e per descriverlo potremmo forse definirlo un “economista per caso”. È stata infatti una serie di fortunate coincidenze, come l’aver scelto statistica solo perché la balbuzie non gli ha permesso di pronunciare la parola “meteorologia”, aver vinto un concorso universitario organizzato a favore di un altro, essere l’unico statistico in circolazione nella sua facoltà – insomma, essere al posto giusto al momento giusto – che lo ha portato dritto dritto verso il Premio Nobel.

In questa biografia, Granger, che nasce statistico, ci racconta come ha introdotto in economia il concetto di cointegrazione che migliora le capacità previsionali di questa disciplina. Ci spiega inoltre quanto sia vasta e diffusa la macro-economia e come sia difficile da definire e da misurare, ed è qui che entra in gioco l’econometria, quella branca dell’economia che si occupa della verifica, a livello empirico, dei modelli formulati in ambito teorico. Non esiste ambito cui la statistica e l’econometria non possano essere applicate e la vasta gamma di argomenti di cui si è interessato lo dimostra: l’andamento economico in tempo di pace e di guerra, la deforestazione in Amazzonia, la domanda della di elettricità, la partecipazione femminile al lavoro, persino le inondazioni dei fiumi e le macchie solari.
Non a caso, sottolinea, i primi due Premi Nobel erano econometristi e nel nostro secolo questi rappresentano il 45% dei vincitori. Non è colpa nostra, si scusa, se “noi econometristi amiamo i numeri”.